Minima medievalia, a cura di F. Coden, in «Atti della Accademia Roveretana degli Agiati. Classe di Scienze umane, Lettere ed Arti», a. CCLXVIII, s. IX, VIII-A, 2018, I, pp. 29-193.
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Quattrodici studi originali sono ospitati nelle pagine di Minima Medievalia, uniti dal comune obiettivo di vagliare con ottica puntuale il tema monografico scelto per questa specifica uscita della rubrica: l’ambito della scultura bizantina, grazie ad alcuni manufatti inediti o poco valutati in sede critica, viene esplorato nelle proprie multiformi declinazioni – iconografie, tecniche, tipologie –, abbracciando un arco temporale che va dal periodo protobizantino fino all’epoca paleologa. Dal punto di vista della geografia artistica, per ribadire il carattere fortemente eterogeneo della produzione plastica del mondo cristiano orientale, nei contributi qui proposti viene dato ampio spazio ad opere concepite in aree anche notevolmente distanti fra di loro: partendo dalla capitale Costantinopoli, luogo dove maturò una produzione plastica di altissimo livello, si giunge fino ai Balcani, toccando anche zone marginali rispetto ai grandi centri di elaborazione culturale.
L’epoca alta si apre con l’intervento sul capitello imposta della cosiddetta colonna ono- rifica di Giuliano ad Ankara (Claudia Di Bello), per spostarsi poi sulla problematica icona marmorea oggi conservata, in area veneta, nella cattedrale di Adria, in provincia di Rovigo (Fabio Coden), su alcune pregevoli lastre lavorate ad incrostazione di mastice da Gortina, sull’isola di Creta (Christina Tsigonaki), e si conclude con la valutazione di alcune imposte di lesena di Salonicco (Konstantinos T. Raptis). I secoli centrali del Medioevo sono introdotti dall’analisi delle elaboratissime tavole marmoree presenti nella fontana del monastero della Grande Lavra sul Monte Athos (Paschalis Androudis), proseguono con i plutei dell’esonartece della Vefa Kilise Camii a Costantinopoli riutilizzati in epoca paleologa nel nartece (Jessica Varsallona), con la cornice abitata della porta laterale dei Santi Anargiri di Kastoria (Ales- sandro Taddei), concludendosi con due pregevoli opere di area turca, un capitello con aquile e ricca decorazione vegetale nel Museo Archeologico di Ierapoli (Muhsine Eda Armağan) e il frammento di epistilio recentemente rinvenimento a Smirne (Muhsine Eda Armağan). Anche la fase paleologa della produzione plastica dell’oriente cristiano è bene rappresentata negli studi qui proposti, grazie ad un basso bassorilievo proveniente dalla Bulgaria, di singolare livello qualitativo (Catherine Vanderheyde), agli elementi litici con caratteristiche scelte iconografiche di area serba, maturate sotto re Stefano Uroš II Milutin Nemanjić (Jasmina S. Ćirić), alla pregevole icona marmorea di Ioánnina, pressoché ignorata dalla letteratura scien- tifica (Andrea Babuin), ad alcuni rilievi figurati da Makrinitsa (Maria Kontogiannopoulou) e all’interessante fenomeno delle decorazioni pseudo cufiche destinate ad alcuni rilievi sempre di area greca (Nicholas Melvani).
La quinta edizione della rubrica di segnalazioni Minima medievalia ha come soggetto portante la produzione plastica di area bizantina, maturata in un arco temporale assai vasto, che va dal V-VI fino al XIV secolo. Vengono prese in considerazione da parte di studiosi, esperti di questo ambito della produzione artistica orientale, sia opere concepite all’interno della capitale Costantinopoli, sia quelle appartenenti alla più colta periferia dell’impero (le grandi città e i villaggi dell’area turca, vari centri del settore balcanico, realtà feconde dell’ampio comprensorio greco, con le isole del Mediterraneo). Gli oggetti sottoposti a specifiche indagini appartengono a classi assai diversificate in quanto a destinazione primigenia. Meritano una citazione, in primo luogo, alcune importanti icone marmoree un tempo presenti a nobilitare le parti più sacre degli edifici religiosi, ma la capacità di lavorare con modelli di alto livello è pure sottolineata dai capitelli e dalle imposte con funzione rappresentativa, decorativa e strutturale di alcuni significativi monumenti greci e micro asiatici, dai frammenti di recinzioni presbiteriali finemente plasmati e da alcuni elementi litici che servirono per abbellire, con vari motivi, le finestre e le porte di accesso ad alcune chiese di area balcanica. Anche in merito alle tecniche è dato ampio riscontro della multiforme casistica delle prassi esecutive dell’Oriente, attraverso manufatti editi ed inediti presentati in questa sede sempre con letture precise e scrupolose: è possibile cogliere senza difficoltà la capacità degli scultori bizantini a plasmare su sottili tavole litiche con maestria le figure in lieve aggetto, creando pure piani diversificati, o di rendere volutamente possenti le volumetrie per rimarcare il carico iconografico, come pure è agevole percepire quanto la cultura dell’Oriente cristiano sia sempre stata sensibile e propensa ad accese policromie, rimarcate da inserti polimaterici, in vari materiali.
Elenco contributi:
Claudia Di Bello, Sulle tracce di un nuovo schema compositivo per i capitelli imposta: la testimonianza del capitello della cosiddetta Colonna di Giuliano ad Ankara
Fabio Coden, Ancora sull’icona marmorea protobizantina di Adria (Rovigo)
Christina Tsigonaki, Plaques de parapet à décor en champlevé de Gortyne (Crète)
Konstantinos T. Raptis, The Marble Pilasters and Their Pilaster-Capitals
at the Meridional Propylon of the Acheiropoietos Basilica in Thessaloniki
Paschalis Androudis, Some Thoughts on the Possible Provenance of Three Middle Byzantine Champlevé Sculptures from the Phiale of the Monastery of Megisti Lavra, Mount Athos
Jessica Varsallona, Un’inedita lastra tra le sculture dell’esonartece paleologo di Vefa Kilise Camii a Istanbul
Alessandro Taddei, La cornice di porta con animali della chiesa dei Santi Anargiri a Kastoria (Grecia)
Muhsine Eda Armağan, A Middle Byzantine Eagle-Decorated Capital from Hierapolis Archaeological Museum
Muhsine Eda Armağan, The templon architrave with rhombus motif at Yamanlar Mountain in Izmir
Catherine Vanderheyde, Un étonnant bas-relief figuré provenant de Nessebar (Bulgarie)
Jasmina S. Ćirić, Tying the Knot: the Knotted Column in the Architecture of King Milutin
Andrea Babuin, Su una scultura tardo bizantina a rilievo della Vergine, Ioánnina (Epiro)
Maria Kontogiannopoulou, Chariot Racing and Animal Scenes in Late Byzantine Sculpture: the Case of Two Marble Plaques at Makrinitsa, Mount Pelion (Greece)
Nicholas Melvani, Apotropeia and Ornament: Late Byzantine Sculpture
and the Migration of Pseudo-Arabic Writing